All’interno del piazzale antistante l’azienda Valagro (Atessa, CH) è stata inaugurata il 28 luglio l’installazione di Franco Summa,Eden Futurista, progettata già nel 2015 per conferire allo spazio una policromia monumentale, attraverso un segno permanente e chiaro della realtà in cui l’impresa si muove.
L’idea è nata, come racconta il presidente della Fondazione Summa, Ottorino La Rocca, durante una delle numerose visite dell’artista in azienda. La genesi dell’opera risiede nella duplice intenzione di qualificare una zona prima indefinita, e di creare un simbolo di ciò a cui l’impresa tende e lavora quotidianamente per ottenere: soluzioni innovative per la cura delle piante, garantendo un basso impatto ambientale delle coltivazioni e una produzione agricola di qualità. Eden Futurista consta infatti di sei elementi in acciaio inossidabile smaltato, alti circa quattro metri e disposti a formare un perimetro circolare, ognuno formato da un fusto basale e da una terminazione nella parte più alta che richiama forme vegetali, una natura coloratissima e proiettata nel futuro.
Come ha sottolineato l’amministratore delegato della Valagro, Giuseppe Natale, “negli anni l’azienda si è configurata non soltanto come luogo di produzione e competizione, bensì anche come sede di accoglienza e cura verso i propri dipendenti”. In questo senso l’opera di Franco Summa rappresenta anche la volontà di voler predisporre uno spazio ospitale, in cui la creazione del valore venga portata avanti innescando un circolo di energia positiva che parte dal team e arriva fino alla soddisfazione del cliente finale.
Durante l’evento inaugurale è intervenuto anche il rappresentante della soprintendenza di Chieti e Pescara Giuseppe La Spada, che ha ribadito l’importanza di questa operazione in un contesto come quello abruzzese. L’azienda, infatti, è riuscita a dare un segnale forte, all’interno di un’area in cui si sta delineando sempre di più la necessità di riuscire a valorizzare l’arte contemporanea, in un’ottica di partecipazione e di consapevolezza della cittadinanza, rispetto alle testimonianze di artisti come Franco Summa che hanno operato nella nostra regione. Grazie alla Fondazione Summa, costituita per volere dello stesso artista, è stato possibile disseminare le iconiche installazioni all’interno del territorio regionale, rendendole fruibili a tutti.
Il vicepresidente della Fondazione Summa, Giovanni Tavano, ha evidenziato quanto sia importante il lavoro del maestro in una dimensione sociale dell’arte, concetto insito nel suo pensiero e che si concretizza nelle manifestazioni di arte urbana realizzate nel suo percorso. Le persone secondo l’insegnamento del Maestro Summa hanno bisogno di essere educate alla bellezza, e per questa ragione si è sempre distaccato da un’arte-oggetto privata e da interno, proponendo interventi che invece dialogassero con l’ambiente, qualificandolo anche dal punto di vista estetico, come nel caso di Eden Futurista. Franco Summasi distingue dai suoi contemporanei esattamente per ciò che sceglie di voler raggiungere con la sua arte: la rappresentazione di un pensiero e di contenuti, ma allo stesso tempo la manifestazione di un’armonia, che conduce al concetto di bellezza nel suo valore primordiale e fondante di tutta l’arte occidentale.
La valenza diretta e intuitiva del lavoro di Franco Summa è emblema del suo carattere, ha raccontato la madrina dell’evento Gabriella Tricca, amica storica dell’artista negli anni giovanili, che ha coinvolto i presenti in una riflessione/meditazione sul significato e sulla natura del colore utilizzato dal maestro.
L’Eden Futurista da oggi spicca tra i volumi chiari del complesso aziendale, con le sue cromie vivaci e le sue forme plastiche, che evocano un concetto di prosperità al di là del tempo in piena armonia con la Summa Ars, ovvero una progettazione inclusiva che comprende architettura, pittura, scultura e urbanistica insieme alle altre discipline artistiche e al design. Un’arte che entra totalmente nella vita e ne struttura i vari aspetti costituendo “un livello superiore di consapevolezza del proprio essere nel mondo”. Questa consapevolezza permette all’individuo come ad un’azienda di superare la dimensione temporale entrando in quella dell’abitare, conferendo riconoscibilità, prospettive e memorie ad un contesto, per continuare a creare valore.